Esperienza lavorativa a Londra: la storia di Cristiano – Video

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“Londra mi ha aperto la testa come una scatola” – L’esperienza di Cristiano

Abbiamo fino ad oggi raccolto le esperienze di italiani che vivono a Londra da tempo e che dopo lunghi periodi di lavoro o di studio, hanno ottenuto i loro successi, chi perché si è impegnato, chi perché ha cambiato vita, chi perché a Londra è arrivato con progetti e obbiettivi che con costanza è poi riuscito a raggiungere e chi è arrivato senza obbiettivi, ma li ha scoperti e raggiunti stando nella capitale inglese, ma non ci siamo ancora fatti raccontare l’esperienza di chi Londra la sta vivendo da poco meno di un anno, quali siano state le prime sensazioni e che cosa ne pensi di questa esperienza, che molti giovani di tutto il mondo intraprendono come must per scoprirsi, per scoprire, per migliorarsi.

Una soleggiata domenica della prima decade di aprile, tra i banchetti del mercato di Brick Lane, ci siamo dati appuntamento con Cristiano, un giovane ventitreene  di Genova che vive a Londra da circa dieci mesi, ma che ha deciso di andare via. Lo abbiamo voluto incontrare per farci raccontare della sua esperienza, cosa gli ha lasciato questa città e come ha vissuto questo periodo.

A Genova lavorava come dipendente di una ditta di distributori automatici, ma la consapevolezza di essere in un epoca di cambiamento, dove la mancanza di prospettive porta a volere di più, più per esigenza che per bramosia di ricchezza, lo ha portato a scegliere di andare via dalla sua città e provare una nuova esperienza in Inghilterra, che lo appagherà molto di più di quello che si aspettava.

 

Perché hai deciso di venire a Londra?

Volevo cambiare la mia vita, fare una nuova esperienza e cambiare la mia vita. Siamo nel 2014, un anno in cui bisogna tirarsi su le maniche, oggi nessuno ti regala niente.

 

A Genova che lavoro facevi?

Il lavoro più importante che ho avuto è stato il caricatore di macchinette. Ero l’omino che arrivava nelle scuole a caricare le merendine.

 

Dove hai alloggiato quando sei arrivato?

In una stanza con altri tre amici che già vivevano qui.

 

Quali sono state le prime sensazioni?

Quando sono arrivato mi sono sentito come catapultato in un’altra realtà, tutto era nuovo e diverso dagli standard a cui ero abituato.

 

Cosa ti ha colpito di più di questa città?

La gente, la vivacità della gente e della città. Molto di piu che monumenti o grattacieli. Qui ogni giorno è come fosse sabato c’è sempre qualcosa, da tantissimo questa città.

 

Quindi a te mancava vivere a pieno la tua città?

Si, anche, ma principalmente sono venuto qui perché volevo capire se fuori dalla mia realtà si poteva trovare di meglio o di peggio.

 

Che genere di lavori si trovano all’inizio?

I primi lavori si trovano più di fortuna che per le capacità, quelle vengono fuori dopo, quando ti metti in gioco per qualcos’altro.

 

Tu che lavoro fai?

Lavoravo da Nando’s, una catena portoghese di ristoranti, dove principalmente si cucinano polli ed io stavo al grill. Prendevo 6,50 pound l’ora, circa 1000 pound al mese.

 

Qui a Londra si guadagna bene anche con le mance?

Si, gli inglesi sono abituati a lasciare la mancia e più è alta la qualità del ristorante, maggiore sarà la mancia. Da Nando’s sfortunatamente mance non ne prendiamo, perché il cliente ordina e paga prima di sedersi al tavolo ed alla cassa non lasciano mai la mancia.

 

Per lavorare ed essere assunti ci vuole il NIN, National Insurance Number, come lo hai ottenuto?

Vai al Job center più vicino e richiedi al primo addetto disponibile il numero di telefono da chiamare per prendere l’appuntamento con l’ufficio preposto, non puoi prendere l’appuntamento subito.

Io ho telefonato più volte, spendendo più di dieci pound di telefono, all’inizio non capisci bene l’inglese e non capisci cosa ti chiedano. Quando sono riuscito a prendere l’appuntamento, sono andato al job center all’ora stabilita e l’addetto mi ha fatto un sacco di domande a cui io non ho fatto altro che rispondere “yes” a tutte e dopo una settimana mi è arrivata per posta la busta con il mio NIN.

 

Cosa pensi di questa città dopo dieci mesi che la vivi?

Londra è una grande città che offre tantissimo ma che non regala niente. La mattina ti devi alzare ed andare a lasciare curriculum ovunque, ristoranti se sei cuoco o cameriere e così via, insomma, bisogna darsi da fare.

 

So che vuoi partire ed andare via da Londra, perché?

Ero arrivato a Londra con l’idea di farci una stagione ma poi non sono piu riuscito ad andarmene, in effetti non è un addio ma un arrivederci.

 

Cosa ti ha lasciato Londra?

Tantissimo. Mi ha aperto la testa come una scatola infilandomici dentro tantissime nozioni, ho conosciuto tantissima gente e frequentato tantissime altre razze, consiglio a chiunque una esperienza come questa.

 

Che consiglio vuoi dare ad un giovane lettore del nostro blog che sta pensando di venire a Londra?

Tanto di partire con tanta volontà e tanta voglia di fare. Se una persona è scaltra e vuole dare il meglio di se, questa è la città giusta per farlo.

 

Londra lascia spesso incontrollabili sensazioni se si arriva da piccole città come le nostre, Cristiano ci dice appunto che i primi giorni che ha passato nella capitale inglese aveva la senzazione di essere stato catapultato in un’altra realtà, immerso in una metropoli dove tutto è nuovo e tutto è diverso dagli standard abituali ed ogni giorno, è come fosse sempre sabato sera.

La clip che segue, è stata realizzata come fosse una passeggiata tra amici tra la folla di Brick Lane, per questo ho voluto raccogliere una sintesi di alcuni momenti lasciandone così la spontaneità del giovane Cristiano, in compagnia del suo amico Stefano e, a differenza delle storie che siamo soliti raccontare, abbiamo voluto dare ai nostri followers senza alcuna ambizione artistica, di considerare l’esperienza di chi da questa città, ha avuto l’inaspettata sorpresa di farsi aprire la testa come fosse una scatola, per farsela riempire di voglia di vivere.

 

Martino Serra

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