La prova del DNA svela l’identità di Jack lo Squartatore.
Il terribile assassino che terrorizzò Londra nell’autunno del 1888 non era inglese, si sarebbe infatti trattato di Aaron Kominski, un immigrato polacco di 23 anni.
Il nome era già stato incluso all’epoca nella lista dei sospetti.
L’ispettore Donald Swanson, allora a capo delle indagini, scriveva di Kominski nei suoi appunti:
“Un ebreo polacco, di basso ceto, che vive con la sua famiglia a Whitechapel, la zona tristemente rinomata per i suoi quartieri degradati e teatro degli efferati delitti del killer”.
L’assistente capo, Sir Melville Macnaghten, scriveva invece: “Ha un grande odio per le donne … con forti tendenze omicide”.
La colpevolezza di Kominski non venne mai accertata.
Il presunto killer morì impunito 11 anni dopo gli efferati omicidi, rinchiuso in un manicomio, a causa di cancrena a una gamba.
La prova della colpevolezza dell’immigrato polacco giunge grazie a nuove analisi storiche combinate a test del Dna che sono stati condotti su uno scialle appartenuto a una delle vittime: Catherine Eddowes.
La ricerca è illustrata in un volume in uscita in questi giorni in Inghilterra.
L’autore Russell Edwards afferma di averci lavorato per ben 14 anni.
Jack lo Squartatore, o Jack the Ripper in lingua originale, terrorizzò il degradato quartiere di Whitechapel, a est di Londra, nell’autunno del 1888.
Gli studi rivelano che il numero di omicidi commessi dal killer sarebbe compreso tra 4 e 16. Cinque le vittime ufficialmente accertate.
Tutte le vittime erano prostitute, assassinate tramite sgozzamento.
La polizia ricevette centinaia di lettere da persone che affermavano di essere il feroce assassino, ma nessuna di queste venne mai considerata attendibile.
Luca Cattaneo