Master a Londra: Jacopo racconta la sua esperienza
Intervista a Jacopo Iorino, giovane ragazzo romano di 21 anni che sta perseguendo un master a Londra.
- Ciao Jacopo, puoi dirci qualcosa di te?
Sto perseguendo un master a Londra in Management alla UCL (University College London). Attualmente vivo con la mia famiglia a Brighton e faccio il pendolare Brighton-Londra in quanto la mia ricerca per una stanza ha avuto pochi riscontri positivi (vi racconterò le mie disavventure in seguito). Vengo in Inghilterra a visitare la mia famiglia da quando sono nato per cui conosco ogni aspetto di Londra e della cultura anglosassone. Sono qui da circa 20 giorni con la speranza di trovare un posto fisso a Londra.
- Quali sono gli aspetti di Londra che ami di più e quali quelli che non sopporti?
Direi che c’è solo una cosa che odio veramente di Londra e a cui non potrò mai abituarmi: Oxford Circus. Gli aspetti positivi di Londra invece sono molti, a partire dalla puntualità dei mezzi di trasporto, dalla gentilezza degli impiegati pubblici e dalla cordialità delle persone. Un particolare che amo sono i parchi dispersi qua e là nella città, dove si trovano spesso persone in giacca e cravatta distese a risposarsi dopo una lunga giornata in ufficio.
- È stato difficile trovare casa a Londra? Come hai fatto?
È una giungla. Ho visto di tutto. Pur di vendere e guadagnarsi un affitto in più i proprietari (landowners) sono disposti a convertire persino i bagni e gli sgabuzzini in “stanze”. Per giunta ci sono truffe dietro ogni angolo.
Ho incontrato persone che mi hanno chiesto versamenti anticipati, persone che mi hanno chiesto soldi da Nicosia (Cirpo) per fermare la stanza e via dicendo. La concorrenza è spietata e persino per vedere delle stanze che sembravano peggiori delle favelas brasiliane c’era la fila.
Ad ogni “viewing” ho incontrato come minimo altre 4 persone che erano intenzionate a vedere o prendere la stanza. Questo significa che per ogni stanza che vedete le vostre possibilità di fermarla sono sempre ridotte e che i proprietari possono richiedere dei prezzi improponibili. La verità è che il mercato è saturo e le persone che cercano casa sono di gran lunga di più di quelle affittano. Finché aumenteranno i flussi migratori verso Londra questa situazione non potrà che peggiorare.
Ah, diffidate delle foto… sempre!
- Quanto è importante il livello d’inglese per poter lavorare a Londra?
Dipende dal tipo di lavoro. Lavori specializzati richiedono un livello medio-alto di inglese.
Invece per lavorare in una caffetteria o come commesso il livello è chiaramente più basso.
Comunque, dato che Londra è una città multietnica, spesso non basta sapere l’inglese a livello scolastico perché bisogna saper interpretare cosa dicono persone che provengono da tutte le parti del mondo con gli accenti più disparati e incomprensibili.
- Quali pensi siano le maggiori differenze tra la situazione del mondo del lavoro in Italia e a Londra?
Una risposta a questa domanda impiegherebbe come minimo varie decine di pagine ma cercherò di riassumere sinteticamente i punti principali.
Innanzitutto la realtà lavorativa in Italia è frenata da un sistema universitario troppo teorico ed accademico, in cui vengono del tutto ignorate le reali abilità pratiche richieste sul mondo del lavoro come per esempio il saper redarre un report, lavorare in un team, elaborare tabelle su excel (mentre queste skills rappresentano il cardine del sistema educativo UK/USA).
Secondo, il lavoro in Italia è poco dinamico: I ragazzi vengono cresciuti con l’obiettivo di trovare un posto fisso con tutte le garanzie necessarie e che permetta loro di mandare avanti una famiglia con serenità. Una volta ottenuto questo posto bisogna difenderlo a qualsiasi costo. Il lavoro in Inghilterra, specie a Londra, è concepito come un momento di passaggio non una certezza o garanzia a vita. Questo significa che c’è un continuo ricambio di capitale umano nelle varie società insediate a Londra e trovare lavoro è di gran lunga più semplice in confronto all’Italia (ma perderlo è altrettanto semplice).
- Pensi che in generale valga la pena di lasciare l’Italia per trasferirsi a Londra? E perché?
No. Emigrare è un’assoluta necessità, diciamolo chiaramente, “l’Italia è un paese bello e inutile, destinato a morire” (dal film La Meglio Gioventù). Tuttavia io sono fermamente convinto che Londra non è assolutamente la meta migliore. Cercare lavoro a Londra (se questo lavoro non è altamente specializzato) vuol dire condannarsi ad una vita di fatica e sforzi per ottenere una cameretta putrida e avere a malapena qualche spicciolo da mettersi da parte. Questo è solo perchè Londra è una città frenetica, competitiva e costosa. Quello che consiglio alle persone è di andarsene in Germania, Olanda o Danimarca. Ma se invece si è desiderosi di imparare l’inglese io consiglio di andare in Scozia, o in qualche città secondaria in Inghilterra (per esempio Brighton). I costi sono molto più ridotti e si riesce ad avere uno stile di vita più decente rispetto alla capitale.
- Cosa consiglieresti a chi vorrebbe trasferirsi a Londra per trovare lavoro?
Di non trasferirsi a Londra ma di guardare prima ad altre città inglesi. Se comunque si è certi di volersi trasferire a Londra consiglio di sentire prima qualcuno che vive qui e farsi aiutare/direzionare nello svolgimento delle varie faccende burocratiche delle fasi iniziali.
- Quale pensi sia il budget da mettere da parte prima di partire per Londra alla ricerca di lavoro?
Dipende da cosa si cerca. Una stanza qualunque la si può trovare anche in un giorno, per una stanza decente invece ci può volere anche un mese. Se siete certi di accontentarvi delle prime cose che trovate (tra cui anche il lavoro) potete ridurre il budget
- Qual è il segreto per “sopravvivere” all’impatto con Londra, adeguarsi alla città ed imparare ad amarla?
Essere umili, pazienti e tolleranti.
E per imparare ad amarla basta sapersi muovere: essendo una città enorme si può facilmente trovare ciò che si vuole ed evitare circostanze spiacevoli.
Luca Cattaneo