Da Reggio Emilia a Londra per crescere tra le proprie passioni: lo skateboard, la bici e la musica di strada

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Non è sempre la mancanza di lavoro a spingere molti giovani italiani a Londra, in molti casi insieme al desiderio di imparare la lingua c’è la voglia di crescere e di fare un’esperienza che in Italia non darebbe i suoi frutti. Non è semplice lasciare gli affetti, gli amici, le proprie abitudini, gli incantevoli paesaggi e le loro tradizioni che ci portiamo dentro; ci vuole coraggio, ci vuole quel fuoco che arde da dentro e insiste a volere di più di un semplice posto sicuro, ci vuole la voglia di conoscere se stessi, d13002510_10209341787407649_7789321489663566940_oi spingere i propri limiti oltre le proprie possibilità, oltre le proprie conoscenze, oltre il confine delle proprie sicurezze.

Si sceglie Londra perché è anche vero che è più facile trovare un qualsiasi lavoro, ma spesso in questo lavoro si scende a compromessi che vanno oltre le aspettative, ma lo si fa, si ingoia, si aspetta fine mese, si paga l’affitto, le spese ingenti a cui questa città ti sottopone e se si sa resistere i primi mesi è fatta. Una volta entrati nel mood londinese questa città è tua, puoi pretendere qualcosa di più, puoi avere voce nel tuo posto di lavoro e soprattutto cominci a tirare fuori quel te stesso che da tempo era rinchiuso nello scantinato del tuo cuore e cominci a vivere la città seguendo l’istinto delle tue passioni. E di passioni è fatta questa città ed è di passioni che è fatta questa storia.

Flavio Pavan, 26 anni di Correggio passioni ne ha da vendere, i suoi occhi sono così sinceri che guardandoci dentro sono stato coinvolto nella sua stessa emozione mentre parlava del suo skate e l’ho potuto immaginare mentre sfreccia agile tra la fitta trama del traffico londinese con la sua road bike ma quando ho guardato più a fondo, l’ho visto cantare e suonare la chitarra nelle vesti da busker tra la folla di turisti della Southbank che gli sorridono, gli scattano foto e lasciano cadere qualche moneta nella custodia della sua chitarra.

Quando ho conosciuto Flavio con l’uniforme da sales assistant nello store di Evans Cycles di London Bridge, avevo capito che sotto quella divisa di una storica catena del business londinese si nascondeva qualcosa di più di un tecnico di biciclette e ho voluto saperne di più, l’ho atteso allo skatepark del Victoria Park di Hackney un tiepido mattino di metà aprile e ho scoperto che questa Londra, così ostile, così generosa, permette a chi riesce ancora a crederci, di crescere delle proprie passioni.


 

Cosa facevi in Italia?

Ho lavorato 5 anni per una compagnia che costruiva vigneti frutteti e impianti di irrigazione ma mi sentivo un po annoiato e ha deciso di lasciare. Volevo crescere, fare una nuova esperienza.

 

Quando sei arrivato conoscevi la lingua?

Pensavo di conoscerla e quando sono arrivato qui non ci capivo niente, ma dopo poco piu di un mese ho imparato a parlarlo e a capirlo.

La lingua è molto diversa da come te la insegnano in Italia, ci sono tanti modi di dire che non te li insegna nessuno se non stai qui.

 

Dove lavori?

Da nove mesi da Evans Cycles, una grande compagnia, mi piacerebbe anche cercare altro ma sono al punto in cui ci sarebbe la possibilità con un po di impegno di poter diventare supervisor e sarebbe un peccato mollare.

 

E in nove mesi di lavoro hai già la possibilità mirare ad un premio crescita?

Qui si può. Una mia collega lo è diventata in sei mesi. Qui con impegno puoi tutto c’è molta meritocrazia.

 

Cosa ti appassiona di più lo skate o la bici?

Entrambe, la differenza sta nel fatto che con la bici non spingo mentre con lo skate spingo fino a farmi male.

 

E non hai mai cercato un lavoro inerente al campo dello skate piuttosto che delle biciclette?13029592_10209341786807634_2955503672931570965_o

Preferisco che questa grande passione rimanga tale e non rovinarla con un lavoro.

 

Come passi il tempo libero?

Ovviamente negli skatepark o qualche giro in bici ma sono anche un musicista suono la chitarra e canticchio e spesso suono per strada.

 

Sei un busker?

Sì, quando il tempo lo permette soprattutto ora che arriva la primavera.

 

Quali le zone in cui preferisci suonare?

Southbank è la zona migliore soprattutto per me che non ho la licenza e in questa zona non occorre. L’importante è attenersi al codice dei busker anche molto semplice da trovare in rete su buskinlondon.com.

 

E quanto guadagni a fare il busker?

Dipende dalle volte, dai 5 ai quindici pound in un’ora. Ma è giusto per arrotondare…

 

Quando sei arrivato a Londra che progetti avevi?

Quello che sto facendo adesso… trovare la mia strada, più che fare una carriera crearmela, crescere come persona. Voglio bene alla mia famiglia ma qui la loro distanza mi aiuta a capire molte cose e come affrontare la vita.

Ho scoperto che mi posso arrangiare e sopravvivere. Qui è tutto è molto stressante ma ti accorgi che con un po di sforzo arrivi dove vuoi.

 

Non è pericoloso muoversi per Londra con lo skate?

Sì, in molti casi lo è perché il terreno è sempre molto accidentato e si rischia sempre di cadere o prendere qualcuno, infatti ora sono appena arrivato e sto cambiando le ruote per il park.

 

Quali sono i migliori skatepark a Londra?

Sono diversi. Questo del Victoria Park poi House of Vans è molto carino ed è spesso pieno di skaters ma ne vale la pena perché se piove è al coperto e poi nella southbank è magnifico c’è sempre un sacco di gente che passa e che ti fanno foto e succede sempre qualcosa di divertente.

 

Tu vivresti qui a Londra per sempre?

No. Sono un tipo piu da campanga, country side, preferisco la natura le montagne, il verde, Londra mi serve piu come esperienza di vita, professionale e linguistica.

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Che consiglio vorresti dare a chi sta scegliendo Londra?

Chiaritevi le idee, qui le idee chiare servono molto e mettetevi via qualche soldo appena arrivate ne dovrete spendere un bel po’.

 

Una frase che ti accompagna?

Una frase del monaco buddista giapponese Nichiren Daishonin: “Il viaggio da Kamakura a Kyoto dura dodici giorni, se viaggi per undici giorni e ti fermi quando ne manca uno solo, come puoi ammirare la luna sopra la capitale?”

 

Segui la religione buddista?

No, la filosofia. Aiuta a vivere.

 

Vuoi aggiungere qualcosa di tuo?

..berrei un po’ d’acqua.

 

Lo skatepark nel frattempo cominciava a essere caldo e quella mezz’ora di chiacchierata tra me e Flavio è stata accompagnata dalle evoluzioni di bikers e skaters che con un loro codice etico e con il massimo rispetto si passavano le traiettorie senza incorciarsi. Flavio mi ha dato la mano, mi ha sorriso, mi ha guardato come a dire “è il mio momento” e si è lanciato dalla rampa verso il pipe, un trick e poi velocissimo verso il wall ramp, un nollie per poi trickare sul crumb. Ed io sono tornato ventenne, affascinato dalla vita in questa città, che mi permette giorno dopo giorno di frequentare e conoscere persone che credono in se stesse e non aspettano che appaiano dal nulla, ma cercano il senso della propria vita mentre con passione spingono la propria fino in fondo.

Perché in fondo Londra, in tutta sincerità, vi accoglierà soltanto se siete persone disposte a cercare il mondo, quello dentro di voi e se non sapete proprio da che parte cominciare, prendetevi tempo e provate a rischiare.

Vent’anni si hanno una volta soltanto e a Londra durano il doppio.

 

 

Martino Serra

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