Londra, il primo approdo per il viaggio verso il mondo
Per molti Londra è una città di passaggio, è il primo approdo per il viaggio verso il mondo, è la città dove fare le prime esperienze, dove testare le proprie capacità, dove migliorare la propria professione.
Londra è una città versatile, precisa, una città che mette a disposizione tutte le sue efficienze, un po’ per dimostrare la sua grandezza, un po per non perdere quel continuo flusso migratorio che porta grossi vantaggi all’economia inglese; non esiste altra città in Europa dove sentirsi sicuri di non sbagliare.
Questo perché tutto funziona come deve funzionare, dopo due sole settimane dall’arrivo si ha la sicurezza di avere un lavoro, un numero identificativo dove potersi mettere in regola con le tasse, il NIN, una stanza dove dormire, il pub di fiducia. Una città dove i professionisti sfogano le loro capacità migliorando la propria posizione lavorativa, annoverando così il proprio curriculum, ma anche dove i meno professionali trovano comunque un posto dove imparare un mestiere ed arricchire le proprie esperienze, avendo la possibilità di fare così il primo gradino.
Gli ultimi dati ISTAT sull’immigrazioni italiana aggiornati al 2012 parlano chiaro, 68.000 italiani, il 36% in più rispetto al 2011, hanno lasciato il paese per cercare lavoro altrove, negli ultimi cinque anni 26.00 sono giovani ta i 15 ed i 35 anni e le mete più ambite dove ricominciare una nuova vita sono Inghilterra e Germania.
Londra è la meta giovanile, quella sognata tra i banchi di scuola e le sufficienze in inglese, è la patria dove imparare la lingua, la chiave che servirà a girare il mondo.
Davanti alla stazione di Shoreditch High Street, nell East London, ho incontrato Martina e Raffaele, due giovani italiani scappati dall’Italia per le vane prospettive future che essa continua a incrementare.
Come ci racconteranno nella clip, Martina, 20 anni, viene da Carbonia, un comune in provincia di Cagliari, famoso per essere ai primi posti nella classifica italiana come comune più povero e per l’alto numero di disoccupati. La prospettiva di non avere un futuro degno della sua voglia di vivere lo viveva già in casa con l’esempio dei suoi genitori, disoccupati da sette anni, un’ignobiltà che ha spinto Martina a scappare dalla Sardegna non appena terminati gli studi di maturità.
Per Martina la vita a Londra non è semplice, lavora circa 50 ore la settimana, ha un buon stipendio, ma di continuare la sua vita a Londra, non ci pensa nemmeno, il suo sogno è di riuscire ad imparare la lingua, mettere via i soldi necessari per costruirsi un futuro in Australia e vivere nella natura.
Raffaele, 23 anni li farà a luglio, è arrivato a Londra qualche mese fa, si è inserito molto bene, ha un ottimo posto di lavoro. Ha lasciato Roppolo, un piccolo paesino nel comune di Biella nonostante avesse un lavoro, perché l’Italia non gli dava nessuna prospettiva di crescita, non solo in campo professionale, ma come ci spiegherà, anche culturale.
Sono i giovani di oggi, sono i giovani che scappano da quell’Italia che un tempo chiamavano Belpaese ma che oggi non offre nessuna prospettiva a chi ha voglia di crescere le proprie capacità culturali e professionali. Scappano a Londra, una città dove hanno la sicurezza di non restare senza lavoro il tempo necessario che servirà ad imparare una lingua e portare così le proprie esperienze e la propria voglia di vivere in un altra città, che saprà ricompensarli delle grandi doti italiane che in Italia non siamo più capaci di valorizzare.
Martino Serra