Visitare Londra (video): da Fleet Street a Carnaby Street

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Un insolito viaggio casuale alla scoperta di Londra sotto un altro punto di vista.

Non mi era ancor capitato di prendere la linea DLR, una linea nata nel 1987 esterna alla Transport for London ma fruibile con lo stesso ticket che copre la zona est di Londra e sono rimasto alquanto stupito quando, salendo sulla prima carrozza, di questi mezzi goffi e buffi, mi sono accorto non c’era di conducente, perche guidati elettronicamente da una linea esterna.  Ho per questo approfittato di godermi il viaggio dal primissimo sedile e godere così dello spettacolo che solitamente godono i tranvieri e gli autisti.

Facendo capolinea alla stazione di Bank, ho preso il collegamento pedonale per Monument accedendo alla District and Circle lines, per scendere a Temple e fare un giretto nella storica via Fleet Street, centro nevralgico della city, dove ha sede il Royal Court of Justice, il palazzo di giustizia di Londra e forse, per molti, più conosciuta come la via del famoso film di Tim Burton “The Sweeny Todd, il Diabolico Barbiere di Fleet Street” in cui Johnny Depp interpreta proprio il diabolico barbiere assassino.

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Durante la pausa caffè al Fleet Street Press, una caffetteria gestita in società da un giovane italiano, Davide Pastorino, (intervistato da me nell’articolo di qualche mese fa sul nostro blog italianilondra.net “Aprire un bar a Londra, la storia di Dave”) ed un londinese Andy Wells, abbiamo approfittato di fare qualche domanda al gestore inglese Andy, sul punto di vista della città da un londinese, nonostante il mio inglese presenti qualche lacuna.

Andy ci spiega il cambiamento evolutivo della città di Londra negli ultimi 30 anni, la continua espansione della città, che diventa sempre più grande, inglobando quelle zone, un tempo sobborghi ma oggi sempre più centri cittadini e  che grazie all’efficienza dei trasporti sono facilmente raggiungibili e ben connesse con il cuore pulsante di Londra.  Un intervista che nella clip, potrete godervi totalmente in lingua inglese.

Vivendo Londra, ho sempre avuto l’impressione di notare sempre meno inglesi, cosa che invece Andy mi ha smentito in quanto alla mia domanda “ In a London with about nine million people, How many londoners do you think about are living in London?” e Andy mi ha risposto che in questa città vivono circa sette milioni di veri inglesi.

Il viaggio prosegue poi alla scoperta di una delle vie più storiche per quel che riguarda il Britain lifestyle degli ultimi quarantanni, Carnaby Street, la via dove ha sede l’abitazione del sommo poeta William Shakespeare. Una parte di Londra che mi ha lasciato più che amareggiato, una via dove un tempo i negozi delle mode più strane, le mode più ricercate erano tutti in questa via, oggi dimenticati e sostituiti da un mondo sempre più globalizzato con negozi di grandi marchi e grandi catene. Tutto questo ha sbiadito totalmente il fascino che Carnaby Street ha sempre saputo far brillare e che dava lustro ad una Londra che poteva permettersi di avere un ombelico del punk, del dandy, del vintage, del rock ed aggiungetene altre voi, tanto c’erano comunque.

Da vero cittadino londinese, quale ormai mi sento di esserne inglobato, nonostante di questa città siano molti gli aspetti che non mi vanno a genio e spesso non sopporto, ci sono piccole cose quotidiane, piccole frasi, piccoli momenti che si vivono solo vivendoci, come la mania di imparare a memoria gli annunci dei bus o della metropolitana. Beh, insomma in questa clip vi farò vivere anche questi momenti di pura follia urbana, quelli che ti fanno rendere conto di quanto  questa città, nononstante ci sia solo da poco più di sei mesi, ti renda parte integrante di essa.

Vorrei ricordare ai nostri followers italiani che vivono a Londra, che offriamo la possibilità di raccontare la propria esperienza sul nostro blog, o se hanno curiosità da raccontare su questa città così ricca di cose da scoprire, di contattarmi all’indirizzo [email protected] offrendo così la possibilità ai nostri lettori di imparare qualcosa in più su Londra, grazie alle vostre esperienze.

 

Martino Serra


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